Nel 2011 l’oggetto del nostro desiderio si chiamava: ZAPPACENERE.
Si tratta di un sentiero di alta quota che si trova in uno degli angoli più remoti ma anche più suggestivi dei Monti Sibillini
Ha uno sviluppo complessivo di circa 7 km, partendo dalla spalla nord di Palazzo Borghese e precipitando 1000 metri più in basso nella valle di Foce.
Adrenalina e concentrazione per almeno un’ora e mezza, tanto è il tempo necessario per scenderlo tutto. Poiché a ridosso delle principali cime dei Sibillini, è sempre spettacolare da un punto di vista paesaggistico.
Lo Zappacenere aveva rubato la nostra anima e noi, per poterla riprendere, siamo scesi da lì 4 volte in una sola estate!!!
1° tentativo: giugno 2011
Effettuato in solitaria, con salita dalla Sibilla e attraversamento delle difficili creste di Cima Vallelunga e del Monte Bellavista. Dopo una mattanza fisica di oltre 7 ore, lo Zappacenere veniva conquistato.
2° tentativo: luglio 2011
Effettuato in solitaria, con salita dalle Gole dell’Infernaccio e attraversamento della dorsale fino a Palazzo Borghese. La via, benchè più lunga rispetto a quella del 1° tentativo, sembrava più abbordabile.
Il tentativo falliva causa un guasto meccanico.
3° tentativo: luglio 2011
Effettuato ripetendo la salita dalle Gole dell’infernaccio. Dopo 8 ore in sella, lo Zappacenere veniva riconquistato per la seconda volta.
4° tentativo: agosto 2011
Nell’ultimo tentativo fu scelto di salire per la terza via che ritenevamo percorribile. Si trattava di girare l’intero settore sud-est della catena dei Sibillini. Dopodichè era necessario portarsi fino alla spalla nord di Palazzo Borghese e da qui imboccare lo Zappacenere. Per questa via, avevamo stimato oltre 50 km di dura montagna da percorrere in circa 8 ore di marcia. Il dislivello da coprire avrebbe superato complessivamente i 2.300 mt di quota.
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Foce di Montemonaco, 17/08/2011
Per questo 4° tentativo, l’appuntamento fu fissato alle ore 6 nella piazza di Foce.
Terminati i veloci preparativi prima della partenza, iniziamo a scendere lungo quei facili 5 km che separano Foce da Tofe.
Da qui inizia la lunga salita fino ad Altino:
Ad Altino si imbocca il famoso Sentiero dei Mietitori, utilizzato – fin dai tempi più remoti – dai braccianti marchigiani per spostarsi nel versante umbro per la mietitura.
Il sentiero percorre le pendici del Vettore e, tagliandolo nel suo fianco destro, arriva fino a Forca di Presta
Nel mese di agosto il traffico è intenso su tutta la rete stradale. Le previsioni sono da bollino nero anche per il sentiero dei mietitori
Passiamo Fonte delle Cacere e in lontananza iniziamo ad intravvedere Forca di Presta.
Con l’arrivo a Forca di Presta il giro del Vettore è praticamente concluso.
Iniziamo ora la discesa fino alle Piane di Castelluccio
Attraversiamo tutto il Pian Grande, in un susseguirsi di scorci sempre più belli
Iniziamo la salita in direzione della Forca di Gualdo
Gli orizzonti diventano sempre più ampi man mano che prendiamo quota. La possente sagoma dell’Argentella domina il paesaggio sulle Piane
Arriviamo a Forca di Gualdo. Una sosta ristoratrice ai piedi del Monte Lieto ci permette di recuperare un po’ delle nostre forze
Ripartiamo in direzione Monte Prata ed imbocchiamo la mulattiera che sale fino a Fonte della Jumenta
Fino a questo punto nelle nostre gambe si è accumulata la fatica di circa 1700 mt di dislivello in salita, percorsi in oltre 35 km
E’ oramai mezzogiorno, il sole d’agosto è allo zenith e picchia forte sulla pelle oramai bruciata. Facciamo il pieno d’acqua visto che in quota non troveremo altre possibilità di approvvigionamento
Durante la sosta scambiamo due chiacchiere con il vecchio pastore che subito inizia ad imprecare contro i lupi che anche quest’anno hanno razziato il suo gregge. <<La colpa è di quelli di Parco, che difendono i lupi anziché le pecore!>>, ha tuonato il vecchio pastore, spiegandoci come sarebbe stato facile risolvere la questione se avesse potuto usare il fucile!!!!
Riprendiamo la marcia e da qui inizia la parte più dura dell’intero percorso. Il sentiero s’inerpica subito con forte pendenza e rapidamente guadagniamo diversi metri sul livello del mare. Si prosegue a spinta con molta fatica
Fonte della Jumenta diventa sempre più piccola man mano che il sentiero prosegue la sua inesorabile salita verso monte
Durante la salita lasciamo il passo a 3 avventurieri che con estrema prudenza scendono in sella al loro cavallo
Con reciproco stupore gli uni guardano gli altri: noi guardiamo loro impegnati nell’incerta discesa….loro guardano noi impegnati nel faticoso salire
Riprendiamo a spingere guadagnando altra quota
Poi il sentiero torna parzialmente pedalabile e, con fatica, proseguiamo la salita verso monte. Finalmente l’arrivo in quota, al cospetto di Palazzo Borghese.
Il panorama sulle piane è da lasciar tutti senza fiato. Non c’è altro posto in cui vorremmo stare. Ci siamo solo noi, tanto felici quanto esausti per la fatica fin qui accumulata.
Poi i preparativi per la discesa. Infiliamo il casco e si abbassano le selle. Il sentiero Zappacenere è lì…. ancora una volta di fronte a noi!
Ci aspettano 7 km di pura adrenalina. Quei 7 km che avevano rubato la nostra anima e che ora tanto faticosamente avevamo conquistato.
Il sentiero dapprima scende fluido sui prati d’alta quota
poi si insinua tra roccie e detriti
Si alternano tratti su bosco a tratti scoperti e panoramici, in un susseguirsi di ripidi tornanti sul fianco della montagna
Infine il sentiero precipita bruscamente fino al fondo valle
A questo punto tutto è stato compiuta. Con l’anima definitivamente in pace ci godiamo il meritato riposo.
BIKERS: Marzio Mastrocola, Andrea Capponi, Demetrio Manasse, Glauco Pela, Fabrizio Castelli
FOTO E TESTI: Fabrizio Castelli