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La sveglia suona alle 5 in punto. Mi alzo, faccio una robusta colazione e con gli occhi ancora assonnati metto le ultime cose nello zainetto. Senza far troppo rumore esco di casa. Il sole si è già alto sopra le colline, il cielo è limpido e senza nuvole. Salgo in macchina per raggiungere gli altri due compari che come me hanno deciso di fare la levataccia questa mattina.
La giornata sarà molto lunga e impegnativa. Era da tempo infatti che con Max e Paolo avevamo in mente un giro di 70/80 km da fare sui Sibillini. Finalmente è arrivata la benedizione del meteo e, senza troppo starci a pensarci, abbiamo deciso di cogliere l’occasione al volo.
Sabato 16 giugno 2012
L’appuntamento è fissato a Garulla per le ore 6,30.
Scambiamo due parole con il gestore del rifugio e subito imbocchiamo la lunga forestale che sale a Passo Ventoso e prosegue fino a Pintura di Bolognola.
Durante la salita incontriamo solo i boscaioli al lavoro con i loro muli:
A Pintura di Bolognola proseguiamo per la strada per il Fargno
Saliamo costantemente per circa 6 km guadagnando così circa 500 mt di quota.
Stiamo percorrendo uno dei tratti più suggestivi dell’intero gruppo dei Sibillini. Una strada che l’uomo ha faticosamente sottratto ai ripidi pendii della montagna. Una strada sospesa tra le affilate creste della montagna e la selvaggia Valle del Fargno. Un luogo pericoloso, accessibile solo quando il ghiaccio invernale concede la tregua estiva.
In circa un’ora raggiungiamo la forcella del Fargno (quota 1800 slm).
A questo punto abbiamo superato il primo grande dislivello della giornata.
Siamo in bilico tra la severa Valle del Fargno e la verdissima Val di Panico.
Davanti a noi la possente parete nord del Monte Bove
In lontananza si scopre la Forcella Angagnola e, ancora più in là, Pizzo Berro e Pizzo della Regina
Riprendiamo la marcia verso valle
e dopo un paio di km imbocchiamo il sentiero 278:
Si tratta di un sentiero che fin dai tempi più remoti veniva utilizzato dagli abitanti della zona per condurre i greggi verso i pascoli d’alta quota.
La pista è splendida e tutta da guidare nonostante si presenti fin da subito piuttosto impegnativa per via della pendenza e del pietrisco
Il sentiero è quasi sempre scoperto e ci regala meravigliosi panorami
Arriviamo in prossimità di Casali e proseguiamo risalendo la valle fino alle sorgenti del Panico.
Questi luoghi custodiscono molti ricordi della mia infanzia e ripercorrerli, anche a distanza di molti anni, mi regala emozioni particolari.
Attraversiamo tutta la Val di Panico e scendiamo per versante opposto da cui siamo saliti. Siamo sovrastati dalla immensa mole della parete nord del Monte Bove. La discesa su Ussita è molto veloce e la affrontiamo senza particolari difficoltà.
Ad Ussita ci prepariamo ad affrontare la lunga salita fino a Passo Cattivo (mt 1860).
Questo è il secondo grande dislivello della giornata, altri 1150 mt per raggiungere il passo che ci consentirà di svalicare verso la Val di Tenna.
Il sole è quasi allo zenith, la temperatura è insopportabile e non c’è un filo d’aria ad alleviare un po’ della nostra fatica. Con questo caldo le nostre scorte d’acqua presto si esauriscono.
Troviamo finalmente una fonte d’acqua fresca ma qui siamo in molti a contendercela
Siamo a metà del percorso e la sosta non può durare troppo a lungo. Riprendiamo la marcia guadagnando diversi metri sul livello del mare
Dopo qualche tornante decidiamo di lasciare la comoda forestale per imboccare il ben più impegnativo sentiero che conduce alla Fonte del Lupo.
Nel primo tratto il sentiero sale piacevolmente all’ombra di una bella abetaia
poi improvvisamente il sentiero esce dal bosco e si spalanca di fronte a noi uno spettacolo di eccezionale bellezza
Dopo la fonte bisogna superare un tratto molto duro, ripido e con fondo molto impegnativo. Ormai siamo molto vicino a Passo Cattivo che, pedalata dopo pedalata, si avvicina sempre di più.
A questo punto io e Max cerchiamo di nascondere la stanchezza con la scusa di scattare qualche foto.
Paolo invece prosegue inesorabilmente. Rapidamente guadagna diversi metri su di noi e per primo raggiunge il passo.
A Passo Cattivo abbiamo terminato il secondo grande dislivello della giornata. Fino a questo punto abbiamo già percorso una quarantina di km e superato circa 2200 mt di dislivello.
Ci distendiamo nei prati fioriti e ci godiamo una meritata sosta. A parte noi non c’è anima viva, il silenzio è interrotto solo dai suoni della natura. Non c’è altro posto in cui vorremmo stare… il paradiso è qui!
Un autoscatto ci immortala prima della ripartenza
Dopo tanta salita è giunta ora di compensare con un po’ di discesa!
Ora ci aspetta la lunga discesa della Val di Tenna e delle Gole dell’Infernaccio.
Paolo ha una spalla malandata e sa che in discesa non può azzardare. Si avvia mentre io e Max ci godiamo qualche altro minuto di pace.
In discesa Max è un treno e dà subito sfoggio delle sue virtù di istruttore e guida Mtb. Poiché io non voglio essere da meno…inizia un (pericoloso!) gioco di inseguimenti, dove uno rincorrere l’altro e viceversa.
Lungo quei 15 km di discesa siamo felici e spensierati come tre ragazzini che per la prima volta scoprono il mondo….le emozioni che proviamo sono indescrivibili e non hanno prezzo!
Poi l’ingresso nelle gole dell’Infernaccio. La valle si stringe fino al punto in cui le possenti pareti della Sibilla si toccano con quelle della Priora.
La pista prosegue ai margini dell’impetuoso torrente attraversandolo più volte
La natura selvaggia fa da padrona e offre bellissimi scorci
L’arrivo alle “Pisciarelle” ci annuncia l’uscita dalle strette gole
“Chepostichepace” diceva Max, ripetendo all’infinito lo slogan con cui presentava le sue escursioni nel sito www.wbike.it!
Ma di tanta acclamata pace …. a noi rimaneva poco tempo per godercela! L’ombra delle montagne iniziava a far imbrunire il fondovalle e a noi rimaneva ancora una quindicina di km di sentiero per portare a termine la giornata.
Inizia un duro saliscendi che ci permette di attraversare la valle dell’Ambro e da qui riprendere quota per altri 500/600 metri fino al punto in cui avevamo iniziato la nostra avventura.
A Garulla la giornata è davvero finita e il sole è ormai sceso dietro le montagne. Al rifugio non è rimasto più nessuno e nel parcheggio sono rimaste solo le nostre macchine.
Il gestore iniziava ad essere preoccupato per le sorti di quei 3 bikers che aveva visto partire all’alba. Nel vederci arrivare tira una respiro di sollievo perché anche gli ultimi sono rientrati e anche oggi nessuno è rimasto sulla montagna!
Bikers: Massimo Meloni, Paolo Carignani, Fabrizio Castelli
Foto e testi: Fabrizio Castelli
Video: Massimo Meloni