Avevo conosciuto Maria Cristina alla Locanda della Trota, una piccola osteria in una sperduta valle dei Sibillini.
La locanda era vuota, solo due tavoli apparecchiati per quattro persone in tutto, oltre alla proprietaria che si prodigava con quei famelici viandanti. Com’è normale in queste circostanze si inizia a parlare. Si parla del più e del meno, ma come spesso accade tra viaggiatori, si inizia a raccontare di luoghi, viaggi ed esperienze. Rimango colpito dai racconti di Maria Cristina. Era la prima volta che sentivo parlare della Rotta del Sale, un’antica via che collegava le saline di Cervia a Venezia. Ascoltavo con molta curiosità perchè, oltre al suo indiscutibile valore storico, la via attraversa molti luoghi a me sconosciuti.
Per molto tempo la Rotta del Sale è rimasta appesa al filo dei desideri. Poi, in un giorno d’estate, vengo rapito da una foto che ritrae una laguna nei pressi del Delta del Po. E’ bellissima e ne rimango subito folgorato. Improvvisamente tutto si allinea: la foto, i racconti di Maria Cristina ormai sbiaditi dal tempo, il desiderio di partire per scoprire qualcosa di nuovo.
Avevamo qualche qualche settimana per preparare tutto. Ma oramai è deciso: la Rotta del Sale sarà l’ultimo viaggio prima della fine dell’estate.
Cervia – Comacchio (21/09/2022)
Arriviamo a Cervia sotto un violento temporale ma ciò non è bastato per fermare l’entusiasmo. All’orizzonte si intravedono le prime confortanti schiarite e fiduciosi decidiamo di aspettare.
Cervia è una graziosa cittadina marinara il cui nucleo storico si affaccia sul caratteristico porto canale. E’ da qui che partivano i preziosi carichi di sale che, seguendo un’antica rotta, arrivavano a Venezia per essere rivenduti ai potenti mercanti della Serenissima.
Fuori Cervia ci mettiamo in marcia verso nord. Attraversiamo immense pinete che, bagnate dalla pioggia, profumano ancora più intensamente.
Arriviamo a Ravenna dopo circa un’ora e mezza di marcia.
Siamo già in ritardo sulla tabella di marcia e la tappa è ancora molto lunga. La città è molto bella ma non possiamo concederci altre soste. Attraversiamo il centro e, senza fermarci, ci riportiamo verso la costa.
Con un piccolo battello di linea attraversiamo il canale che separa Marina di Ravenna da Porto Corsini
Passata Marina Romea iniziamo a scoprire quello che sarà il vero filo conduttore dell’intero viaggio, l’acqua, che ovunque ci apparirà come un intreccio di canali, fiumi, immense lagune che si perdono con il mare.
Attraversiamo le valli di Comacchio circondati da splendidi paesaggi lagunari.
Indisturbati, i fenicotteri continuano la loro armoniosa danza sull’acqua alla ricerca di qualcosa da mangiare
Il dominio della natura è totale
Con la migliore luce della giornata, quella della sera, arriviamo a Comacchio.
Rimaniamo subito affascinati dalla bellezza del borgo antico.
Decidiamo di fermarci qui per la notte.
Comacchio – Cà Tiepolo (22/09/2022)
E’ un bellissimo sole quello che ci accoglie dopo il riposo della notte.
Con entusiasmo ci prepariamo per questa nuova giornata.
Il borgo storico di Comacchio nasce su tredici isolotti collegati tra loro da ponti che consentono il passaggio da una sponda all’altra. Affacciate sui canali le caratteristiche case di pescatori. Forme e colori si riflettono sull’acqua regalando scorci unici e dal fascino senza tempo.
Usciti da Comacchio riprendiamo la marcia verso nord.
Dopo aver attraversato alcuni villaggi di pescatori arriviamo alla Sacca degli Scardovari, un immensa laguna dove ancora una volta l’acqua dolce incontra il mare.
Tra queste acque, in un perfetto equilibrio tra uomo e natura, la pesca è ancora oggi la principale ricchezza e fonte di sostentamento
Siamo oramai nella parte più meridionale del delta del Po’.
Il sole si rispecchia sul Po’ quando arriviamo a Ca’ Tiepolo. Ci godiamo gli ultimi attimi del giorno in riva al fiume che riflette i colori del tramonto.
E’ qui che decidiamo di trovare sistemazione per la notte.
Cà Tiepolo – Chioggia (23/09/2022)
L’alba del terzo giorno ci regala un magnifico sole. L’aria è fresca e i prati sono ancora umidi di rugiada. Di buon ora ci mettiamo in marcia per affrontare questa nuova tappa che sarà più lunga delle altre.
Saliamo su una bellissima strada arginale e la percorriamo alla ricerca di un ponte o un battello che ci permetta di passare sull’altra sponda del fiume.
Siamo sul delta del Pò dove l’incessante azione del fiume ha determinato un ambiente unico, in continua evoluzione, dominato da una natura libera di regalare nuove terre o di riprendersi parti di esse. In questo precario equilibrio, l’uomo si è sempre dovuto adeguare al volere del fiume che nel frattempo offriva nuove possibilità di insediamento ed di vita.
Attraversiamo il delta nella solitudine di un luogo appartato. Il silenzio è spezzato solo dal sibilo del vento che si incanala tra le rive del fiume. Avanziamo velocemente in questi interminabili rettilinei, accompagnati da una piacevole noia, seguendo il ritmo del nostro corpo e con la mente libera da ogni pensiero
A Porto Levante un battello ci consente il passaggio sull’altra sponda.
Ci fermiamo a Porto Caleri, un luogo magico dove il mare incontra la laguna, l’acqua salata quella dolce, un oasi di pace dove forme e colori cambiano ogni giorno forgiati dalla forza del vento e dalle maree
La magia del momento non può durare troppo a lungo. Abbiamo ancora molta strada da fare. Svogliatamente ci rimettiamo in marcia.
La laguna lascia il posto a vaste distese pianeggianti solcate dall’Adige e dal Brenta che ormai sono a un passo dal congiungersi con il mare.
Arriviamo a Chioggia all’imbrunire. E’ qui che decidiamo di fare tappa.
Chioggia è una città dai due volti: da una parte la città vecchia con la sua architettura raffinata e testimone di un passato ricco ed importante; dall’altra c’è la città moderna, il vero cuore pulsante della vita economica e sociale.
Il suo approccio è totalmente diverso dalle altre città sino ad ora incontrate: vivace e caotica, la vita a Chioggia sembra non fermarsi mai
Chioggia – Venezia – Cervia (24/09/2022)
La sveglia suona presto del quarto giorno. Dobbiamo risistemare tutte le nostre cose. La giornata sarà lunga e intensa.
Ci mettiamo in marcia verso l’imbarco per l’isola di Pellestrina, la più meridionale nella laguna di Venezia.
L’isola di Pellestrina è una lunga striscia di litorale che protegge la laguna dal mare Adriatico. L’isola conserva intatto il suo fascino di borgo marinaro con case colorate affacciate sulla laguna e le reti dei pescatori distese sulla banchina
Nella punta più a nord di Pellestrina troviamo l’imbarco per il Lido di Venezia.
Già appena sbarcati rimaniamo subito colpiti dal carattere selvaggio ma allo stesso tempo elegante e aristocratico dell’isola.
Ovunque si respira l’aria della mondanità, dei lussuosi fasti della belle epoque quando le sue spiagge di finissima sabbia bianca furono scelte da nobili aristocratici e colti viaggiatori provenienti da tutta Europa
Dal Lido saliamo a bordo del battello che ci porterà a Venezia, meta finale del nostro viaggio.
Dal canale della Giudecca la vista su Venezia è da togliere il fiato. Venezia è conosciuta in tutto il mondo per la sua potenza come regina dei mari e la sua straordinaria architettura che non ha eguali
Arrivare a Venezia è sempre una grande emozione. E’ un’emozione per chi arriva per la prima volta, inebriato da tanta raffinata bellezza e fascino senza tempo. E’ un emozione per noi che l’abbiamo raggiunta partendo da lontano, conquistandola giorno dopo giorno, con la forza delle nostre gambe cercando ogni sera un luogo dove dormire e mangiare
Affacciati sulla laguna palazzi pieni di storia, ponti sui canali, torri e campanili che si alzano verso il cielo
e poi il cuore della città e i suoi preziosi tesori, piazza San Marco e la basilica, la torre dell’orologio che da secoli scandisce il trascorrere del tempo, il ponte dei sospiri ed infine il canal grande
Al terminal marittimo ci rimettiamo di nuovo in sella per attraversare la città e raggiungere la stazione ferroviaria.
In stazione, tra la frenesia di chi arriva e chi parte, c’è giusto il tempo per fare i biglietti quando viene annunciato il binario del regionale che ci riporterà a Cervia.
Per ritornare a Cervia impieghiamo circa quattro ore seguendo una tratta ferroviaria che si allarga molto rispetto alla costa adriatica. Dai finestrini del treno si avvicendano nuovi paesaggi, nuove città, nuova gente. Un altro viaggio nel viaggio insomma, ma questa è un’altra storia…..
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Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che i ricordi continuano a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati” (
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