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Anche quest’anno il mese di agosto è alle porte. Con le ferie avremo finalmente un po’ più di tempo da dedicare alle cose che ci piace fare.
Per dire la verità è tutta l’estate che con Max andavamo girando tra le montagne. Tutti giri molto belli, nuovi, in zone che non avevamo ancora mai esplorato. Ma dopo tanto girovagare mancava ancora quel “qualcosa” che ci avrebbe permesso di chiudere l’estate senza dubbi e rimpianti.
Il giro sulla carta era già pronto ….dovevamo solo trovare l’occasione giusta per passare dalla teoria alla pratica. L’occasione ce la fornisce Paolo, un amico svizzero e compagno di tante avventure, che annuncia il suo arrivo in Italia per ferragosto.
Le previsioni meteo annunciano qualche giorno di tempo stabile. La calura estiva è stata spazzata via dal vento fresco da nord. Tutto sembra pronto per una di quelle giornate destinate a rimanere a lungo nella memoria!
Castelsantangelo sul Nera, 16/08/2013
L’appuntamento con Paolo e Max è sulla piazza di Castelsantangelo sul Nera. Con Paolo c’è Renato, un suo amico che si unirà a noi nella salita fino a Castelluccio di Norcia.
Il sole è ancora basso ma il cielo è limpidissimo. Fin da subito le sensazioni sono di buon auspicio per una giornata che poi si rivelerà strepitosa.
Poco fuori dal paese imbocchiamo la bella forestale che sale nella valle di Rapegna fino al Monte Cardosa
In circa un’ora raggiungiamo Costa Cavolese (mt 1495), una piccola sella pianeggiante alle pendici del Monte Cardosa.
Incontriamo un gruppo di amici che salgono da Visso. Il gruppo si allarga visto che anche loro stanno salendo nella nostra direzione.
Qui abbandoniamo la comoda forestale e imbocchiamo un’antica via di transumanza che prosegue sulle creste in direzione sud.
La pista sale costantemente in salita per svariati km.
Sullo sfondo le sagome del Monte Patino e del Monte delle Rose indicano la giusta direzione di marcia.
Il sole è ormai alto quando, poco sotto il Monte delle Rose, deviamo in direzione del Passo Rapegna
Superato il passo iniziamo la discesa nella Val Canatra. Il sentiero è molto veloce e in breve guadagniamo il fondo della valle
Paolo e Max rimangono in contemplazione sulle Piane. Da qui iniziamo ad intravvedere le creste che presto andremo ad affrontare.
L’acqua cristallina della fonte ci ritempra un po’ e ci da lo slancio per la ripartenza.
Ci rimettiamo in sella e scendiamo sul Pian Perduto
Le piane regalano sempre emozioni particolari, anche quando la magia della fioritura è terminata e l’ambiente inizia ad imbrunire preparandosi all’autunno
Proseguiamo verso la Portella del Vao che attraversiamo prima di iniziare la salita verso Forca di Gualdo
Arriviamo a Forca di Gualdo, dove salutiamo Renato e gli altri amici che si preparano a affrontare la via del ritorno.
Rimasti in tre, ripartiamo in direzione Monte Prata. Imbocchiamo la mulattiera che sale fino alla Fonte della Jumenta
Le creste sono sempre più vicine. Siamo in posizione privilegiata ed in cima iniziamo a scorgere il vero motivo per cui siamo qui: l’Alta Via dei Sibillini!
Fino a questo punto abbiamo superato i primi 1800 mt di dislivello.
Il sole d’agosto è allo zenith ed inizia a sentirsi forte sulle nostre spalle. Alla fonte facciamo il pieno d’acqua visto che in quota non troveremo altre fonti di approvvigionamento.
Uno sguardo verso la montagna. Il paradiso è lassù….ma per arrivarci bisogna prima guadagnarselo. Dalla fonte inizia la parte più dura dell’intero percorso poiché è necessario superare un dislivello di oltre 300 in meno di 2 km !
Il sentiero si arrampica fin da subito con forte pendenza. Bisogna proseguire a spinta e con molta fatica
Nella parte finale risaliamo in sella e, sempre molto faticosamente, proseguiamo verso monte
Finalmente l’arrivo in quota, una piccola sella al cospetto di Palazzo Borghese.
Siamo ormai sull’Alta Via dei Monte Sibillini, un sentiero d’alta quota che taglia da nord a sud l’intera dorsale montuosa.
Ci lasciamo trascinare dalla crescente adrenalina. Proseguiamo in direzione nord verso la sella del Porche.
Stiamo percorrendo uno dei tratti più suggestivi dell’intero gruppo dei Sibillini.
Emozioni e stupore man mano che il sentiero prosegue nella sua marcia, alternando i due versanti della cresta ed offrendoci scenari sempre nuovi e bellissimi
Rimaniamo per oltre un’ora sospesi a fil di cresta. La luce del pomeriggio accarezza le cime e tinge il paesaggio con toni caldi e suggestivi. Il tempo sembra che si sia fermato, il silenzio è interrotto solo dal sibilo del vento. E’ un’atmosfera magica, che ti rapisce e allo stesso tempo ti fa sentire un’intruso.
Da Cima Vallinfante il sentiero prosegue spettacolare fino a Passo Cattivo.
Oramai di fronte a noi non c’è più nulla da salire. Dopo molte ore trascorse sgobbando in salita iniziamo a percepire la dolce sensazione di avercela fatta.
Al Passo ci distendiamo sui prati fioriti e ci godiamo una meritata sosta. Siamo soli, a parte noi non c’è traccia del genere umano. Siamo in bilico tra la val di Tenna e la valle del Nera. Il panorama è superbo e domina su tutte le principali vette dei Sibillini. Non so come sia fatto il paradiso ma a me piace immaginarlo così!
Da qui, tornante dopo tornante proseguiamo scendendo verso valle
Uno, due, tre tornanti….ne contiamo oltre 50 prima di arrivare in paese. Fin dalle prime svolte il sentiero sembra fatto a posta per scendere in mtb. Un vortice di indiscusso piacere ed adrenalina ci accompagna curva dopo curva, in quell’interminabile serpentina che, a tratti scorrevole e a tratti più insidiosa, ci spinge giù in fondo.
In paese ci godiamo la migliore luce della giornata, quella del tramonto. Trascorriamo così gli ultimi attimi di questa bellissima giornata, seduti al bar con le gambe incrociate sopra una sedia, mentre il sole lentamente scende dietro le montagne.
Bikers: Massimo Meloni, Paolo Carignani, Fabrizio Castelli
Foto e testi: Fabrizio Castelli
Video: Massimo Meloni