Verso la fine di settembre è ormai consuetudine organizzare una trasferta sulle dolomiti, in modo da chiudere degnamente l’estate e prepararsi all’inverno senza rimpianti.
Quest’anno decidiamo per Cortina, una meta che solo per nostra imperdonabile negligenza avevamo sempre trascurato.
La partenza viene decisa il martedì per il giovedì, quando arriva la benedizione del meteo e la certezza di trovare tre belle giornate di sole.
Il camper viene preparato con il solito entusiasmo….qualche abito civile e soprattutto molti ferri del mestiere. Per non farci mancare nulla decidiamo di portare anche la bici da strada che, nell’eventualità più remota, ci permetterà di appagare anche il desiderio più osceno senza lasciar nulla di intentato.
Al nostro arrivo c’è Max, un amico di Cortina che ha deciso di unirsi a noi per questa nuova avventura.
Spetta a Max far gli onori di casa e lui, da buon padrone, organizza tutto alla perfezione, regalandoci tre giornate una meglio dell’altra.
E’ difficile scegliere, ma delle tre è sicuramente la seconda quella che è destinata a rimanere a lungo nei nostri ricordi.
Cortina, 22 settembre 2010
L’appuntamento con Max è in piazza a Cortina. Il tempo di accompagnare due chiacchiere con un caffè e siamo pronti per la partenza.
Da Campi di Sotto (mt 1.120) iniziamo la salita fino al rifugio Palmieri (mt 2.046)
Al rifugio una piccola sosta ci consente di digerire i primi 900 mt di dislivello
Dal rifugio proseguiamo sul sentiero n. 434 che sale fino alla Forcella Ambrizzola.
Il sentiero sale sul fianco della Croda del Lago e si mostra subito tanto spettacolare quanto impegnativo in alcuni passaggi
In circa mezz’ora di marcia raggiungiamo la Forcella Ambrizzola (Mt 2277)
Dalla forcella la vista è superba e ripaga ampiamente le fatiche spese per raggiungerla. Siamo al cospetto del Beco di Mezdi, sotto di noi la Conca Ampezzana. Le pareti del Cristallo troneggiano sulle altre vette delle dolomiti venete
Rimango senza fiato ad ammirare il grande spettacolo
Dalla Forcella la marcia riprende sul sentiero n. 436 che attraversa i prati di Mondeval in direzione della Forcella Giau.
Adrenalina pura nel primo tratto in discesa che fila via veloce e scorrevole
Poi riprendiamo la salita. Ci sono tratti molto duri da salire.
Max si muove molto bene tra queste montagne, frequenta questi luoghi sia in estate che in inverno, quando scende dalla bici per infilarsi le pelli.
Raggiungiamo forcella Giau (mt 2360), la seconda della giornata
Fino a questo punto ci siamo divertiti…da ora in poi non si scherza più!
Da qui infatti inizia la parte più impegnativa, con un paio di salite al limite e un paio di discese molto impegnative.
Il primo problema da affrontare è la discesa dalla forcella.
Il sentiero scende sotto un’imponente parete rocciosa e si fa largo tra rocce e detriti di scarico. Il pendio è molto ripido e non sono ammesse distrazioni.
Raggiunta la base dalla parete il sentiero devia verso sinistra con un bel traverso in direzione di Col Piombin, la terza forcella che incontriamo nel nostro cammino.
Riprendiamo quota per un’altro centinaio di metri, superando alcuni gradoni di roccia che ostacolano la salita
Raggiunta la forcella (mt 2239) proseguiamo in direzione di Passo Giau.
Il sentiero scorre alla perfezione e rapidamente cambiamo versante
Passo Giau (mt 2236) è un traguardo per tutti.
Lo è per i motociclisti, che in sella alle loro moto fanno eco su tutte le vallate.
Lo è per gli amici con le bici da strada, per la tanta salita che si sono fatti per arrivare fino al passo.
Lo è per noi, che abbiamo tagliato dritto tra le montagne e siamo arrivati lì dopo oltre 4 ore di marcia.
Siamo tutti soddisfatti anche se per noi le fatiche non finiscono qui.
Dal Passo scendiamo rapidamente fino al rifugio Fedare (mt.2000)
Dal rifugio imbocchiamo una vecchia pista militare che ci farà salire fino alla forcella Averau (mt. 2413). Dal rifugio la visuale è coperta. Sappiamo che c’è molto da salire ma non si riesce a capire quanto. Si tratta di superare l’ultimo grande dislivello, un tratto durissimo che poco più di 2 km ci farà recuperare oltre 400 mt di quota.
La pista parte subito con forte pendenza che aumenta man mano che saliamo
L’entusiasmo che ci aveva accompagnato fino a poco prima lascia il posto ad un sofferto silenzio.
Proseguiamo ognuno per la propria strada, concentrando tutte le forze su questo ultimo grande sforzo. Proseguiamo a testa bassa, per andare avanti occorre solo tanta determinazione
Riusciamo a rimanere in sella per tutta la salita anche se le soste diventano sempre più frequenti.
Salendo di quota i panorami si fanno sempre più ampi e la nostra vista arriva sempre più lontano
Ormai siamo vicini alla forcella che con un ultimo balzo raggiungiamo
La soddisfazione è tanta quando realizziamo che di fronte a noi non c’è più nulla da salire.
Ci godiamo il momento seduti sulla terrazza panoramica del rifugio. Un piatto di polenta, insieme a una buona birra e a un paesaggio da sogno sono la giusta ricompensa per essere arrivati fino a qui.
Abbiamo raggiunto la quarta forcella di questa giornata, da qui in poi tutta discesa fino a Cortina.
Iniziamo a scendere per un sentiero che dalla Forcella arriva fino alle 5 torri.
La discesa è veloce e priva di grosse difficoltà. Molliamo i freni e in poco più di un attimo arriviamo al rifugio Scoiattoli.
Siamo ormai sulla via del ritorno, imbocchiamo il sentiero n. 439 che quasi interamente nel bosco scende fino a Pocol
A Pocol deviamo verso le piste di sci e velocemente facciamo rientro a Cortina.
A Cortina la giornata è davvero finita. Al centro del paese ci fermiamo un attimo prima di salutarci e riprendere ognuno la propria strada.
E’ bastato un semplice sguardo per leggere, ciascuno negli occhi dell’altro, la soddisfazione provata in quel momento.
“È solo in montagna che provo emozioni così forti, perché solo lì sono in mezzo ai miei sogni, lì realizzo i sogni che avevo da bambina.” (Elisabeth Revol)